Balducci

C’E UNA SIGNORIA SOPRA OGNI UOMO
La vita di ogni uomo dipende da una serie di cose a lui esterne, a partire dalla data e dal luogo di nascita, dal corpo e dal carattere che si è ritrovato. Dipende dalla forza della natura, dalla logica del potere e della guerra, dall’amore che lo cattura e lui non sa perché, da mille coincidenze e imprevisti che non si saprà mai se sono solo casi o destini fissati da sempre. Infine, anche la fine della sua vita per lo più non dipende da lui come e quando morirà viene deciso altrove, è una mano diversa dalla sua a tagliare l’esile filo della vita. Cosa c’entra tutto questo con Dio?
C’e una signoria sopra ogni uomo, che egli lo voglia o no che ne sia consapevole oppure no. La forza della natura del mare è stata chiamata Poseidone, la forza del vento Eolo, la forza del fuoco Efesto, la forza della terra Ade, la forza della guerra Ares, la forza dell’amore Afrodite, e sopra tutte le altre forze la forza di Zeus, sempre accompagnato da Kratos e Bia, il potere e la forza, “lontano dai quali di Zeus non c’è né casa, né sede”. Ma c’è qualcosa che sfugge anche al potere di Zeus, sono le Moire, le tre signore biancovestite, Cloto, che fila il filo della vita, Lachesi che lo misura, Atropo (l’Inevitabile) che lo taglia. Il discorso a proposito della religione degli antichi Greci ci fa comprendere che all’origine la religione non è che un tentativo di interpretare il mistero della vita e di venirne a capo. Sempre gli esseri umani hanno immaginato Dei e divinità di ogni genere, e l’hanno fatto per esprimere la soverchiante eccedenza della vita sopra di loro. Il di più che contiene la,vita, e da cui la mia vita dipende, sia che io lo voglia sia che no, è la signoria che viene denominata mediante il termine Dio. C’è una signoria sulla nostra vita: basta non essere ingenui per vederla. Il problema vero non è se esista o non esista tale signoria, se esista o non esista Dio; il problema vero è la sua identità, cioè quale sia il volto di questa realtà ultima da cui la mia vita comunque dipende e verso la quale cammina. È molteplice? è unica? è finita? è infinita? è amica? è nemica? è maschile? è femminile? è personale? è impersonale? . . . e che cosa ne sarà di me?

(Vito Mancuso, L’anima e il suo destino)

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